La Pigna
Organo d'informazione del Comitato di Quartiere Pigneto-Prenestino
Basta prese in giro

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WORKSHOP DEL 10
MARZO 2008

UNA PRESA IN GIRO

___________________

Prima di spiegare perchè secondo noi è stata una presa in giro ai
danni dei cittadini vogliamo salvare
ciò
che di buono è accaduto ieri nella speranza che almeno questa intenzione sia
condivisa da tutti.

 Come per i precedenti appuntamenti, ieri hanno partecipato tante persone: donne, uomini, ragazzi, giovani, anziani, italiani e stranieri, a conferma che questo
territorio, il Pigneto, se chiamato dall’amministrazione a condividere scelte
importanti  non si tira indietro. La presenza di tante persone e la loro voglia di confrontarsi dimostra che c’è
necessità di momenti e luoghi di aggregazione dove poter esercitare il diritto
a partecipare. Luoghi e momenti previsti e finanziati, con lungimiranza, dal
Contratto di Quartiere nel 2002 e di cui ancora non c’è traccia. Ma nonostante
tutto e tutti i cittadini hanno partecipato a dimostrazione dell’esistenza di
un tessuto sano, una sorta di presidio civile, il cui valore di
questi tempi va oltre i confini cittadini e che non merita di essere mortificato come accaduto ieri sera.

 Il trasferimento della Biblioteca Pigneto di Via Mori nei
locali pubblici della ex Serono era stato annunciato dal Presidente Palmieri il
10
luglio 2008
come decisione forte,
ribadita dall’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 17 novembre 2008, messa solo apparentemente in discussione il 9 dicembre 2009 con l’annuncio di 30/45
giorni di consultazione dei cittadini, 3 workshop e assemblea finale. Ma le
conclusioni dell’incontro di ieri non lasciano dubbi: ipotesi alternative
a quelle espresse dal Presidente Palmieri (e sostenute dalla sua maggioranza
assembleare e dalla sua giunta consiliare)  non possono e non saranno
prese in considerazione, con buona pace della condivisione e partecipazione dei
cittadini.

Il tutto ignorando totalmente il Contratto
di Quartiere
e quanto previsto in tema di laboratori di quartiere,
senza avanzare alternative per quanto emerso in questi mesi sull’ospitare,
nei locali dell’ex Serono, un Circolo ANPI, uno sportello antiviolenza
e sull’emergenza abitativa, a spazi per attività artistico-culturali o
alla Casa del Municipio; proposte sulla quali il Comitato di
quartiere ha raccolto oltre 600 firme nella sola giornata di prova del 7
febbraio scorso.

 

Che la partecipazione
sarebbe stata la grande sconfitta
di questa vicenda lo si è capito da
subito, dalle parole di presentazione dell’iniziativa fatte da
un funzionario del Municipio e non, come ci si
sarebbe aspettati, dal delegato alla partecipazione, diplomaticamente assente.
Di durata della consultazione, date dei
prossimi incontri
o regole adottate
per valutare idee e proposte nessuna traccia né prima, né durante, né dopo…

 Il primo intervento è stato affidato alla Direttrice
della Biblioteca Pigneto
che,
leggendo una sua personale ed accorata lettera, giustificava la decisione del
trasferimento della biblioteca nei locali della ex Serono come soluzione indispensabile
per evitarne la chiusura imposta per fine mese. Ebbene, il Presidente del Municipio si è ben
guardato dall’assumersi la responsabilità 
della situazione delle biblioteche pubbliche nel nostro quartiere:
solo due, di cui una piena di amianto e che pertanto
rischia di chiudere.
In questo Municipio di biblioteche pubbliche dovrebbero essercene
almeno 12 (una ogni 10.000 abitanti), e
invece ci
ritroviamo, grazie alle scelte e/o alle NON
scelte
dell’Amministrazione, a confrontare bisogni contro bisogni, esigenze
contro esigenze
, diritti contro
diritti
: in sintesi ad una "guerra
tra poveri
" scatenata
nello specifico proprio dall’ignavia di questa amministrazione e in generale
tanto di moda nella gestione della “cosa pubblica” in
questa fase politica. Basta riflettere sulle poche e generiche parole spese dal Presidente del Municipio sulla questione
dell’amianto
nel prefabbricato di Via Mori, parole che non sono
andate oltre un generico ed indeterminato impegno a reperire fondi per il risanamento
di quei locali, ben guardandosi dall’indicare quali, come, quanti e soprattutto
“quando” e a spese di quali altri investimenti.

Nelle successive 3 (tre) ore gli interventi (più di 20) hanno
presentate le diverse proposte che si possono raggruppare in tre filoni:

     solo ed
esclusivamente trasferimento della biblioteca
nei locali ex Serono;

     trasferimento della biblioteca nonché istituzione di una Casa del Municipio, di una Piazza telematica, di un circolo ANPI, di sportelli e servizi per i cittadini tutti distinti e conviventi nei
locali ex Serono;

     istituzione di una Casa del Municipio, di una Piazza telematica, di sportelli e servizi per i cittadini, di
laboratori artistici e per l’artigianato
creativo
, circolo ANPI nei
locali ex Serono, come previsto e convenuto con il Contratto di Quartiere, e Biblioteca e Centro Anziani nei più idonei e disponibili locali di Via Isidoro di Carace;

Ogni singola proposta è stata più o meno argomentata – tutte
parimenti considerate
degne di attenzione – in maniera puntuale affinché tutti potessero valutarne pregi e
difetti al fine di giungere alla determinazione della soluzione migliore (chiedendo collaborazione anche agli uffici tecnici del Municipio)
da successivamente sottoporre ad un assemblea pubblica conclusiva, come
preannunciato dal Presidente Palmieri il 9  dicembre scorso nell’assemblea
pubblica svoltasi al Nuovo Cinema Aquila.

Ma tutto ciò non è avvenuto.

In spregio di quanto concordato e deciso in quella assemblea
pubblica la consultazione  di ieri si è conclusa con la comunicazione del
Presidente del Municipio Roma 6, Dr. Giammarco Palmieri, che ogni decisione è
già sostanzialmente presa e che in forza di queste il
Centro anziani si DEVE fare a via Isidoro di Carace, la
Biblioteca DEVE
andare nella ex Serono e che, imponendo ciò di rinunciare a qualcosa, si DOVRA’ FARE A MENO della Casa del
quartiere, della Piazza telematica, degli sportelli e servizi per i
cittadini, di una sede degna per la locale sezione dell’ANPI, dello sportello
antiviolenza sulle donne, dei laboratori didattici per le arti e l’artigianato
creativo, ed ogni altra iniziativa già prevista, concordata e decisa con la
stipula del contratto di quartiere. Con ciò di fatto falsamente definendo
antagoniste queste ultime attività al trasferimento della biblioteca pubblica che
invece potrebbe trovare degna, definitiva e perfino più adeguata collocazione
nei locali di Via Isidoro di Carace.

Preso atto che il Contratto
di Quartiere del 2003 sottoscritto da Regione Lazio, Comune di Roma, Municipio
Roma 6 e Cittadini per questa amministrazione è carta straccia, vorremmo almeno sapere a
cosa è servito l’incontro del 9 dicembre 2008? Perchè fare false promesse e
assumere mendaci impegni illudendo i cittadini che con sincera attenzione alla
cosa pubblica vi hanno partecipato?

A cosa è servito convocare quest’ultimo (ed ultimativo!?) incontro
del 10 marzo 2009 e perché raccogliere idee e proposte avendo già deciso di
non  volerne tener conto?

Perché non si vogliono prendere in considerazione le diverse
esigenze dei cittadini, da quelle ufficializzate dal Contratto di Quartiere a
quelle nuove emerse nei dibattiti di questi mesi? Perché  non si vuole avere un approccio globale
partendo dall’esame dell’uso di tutti gli spazi pubblici disponibili nel
Municipio e cercando quando possibile, utile, ragionevole e razionale, di far
convivere i diversi  bisogni dei cittadini negli stessi locali invece di
ragionare per compartimenti stagni seconda la politica della “fontanella” di
quartiere?

E’
questa la
partecipazione e la condivisone che la maggioranza che
governa questo Municipio (che pure dichiara di essere di centrosinistra) ha
sempre sbandierato?

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